martedì 28 ottobre 2008

Foto foto foto from Stockholm!!!

Ecco finalmente il post più atteso: LE FOTO del mio viaggio a Stockholm!
Divertitevi, io l'ho già fatto! ;-)


My magic trip in Stockholm!



Buona visione!

lunedì 27 ottobre 2008

Diario di viaggio - Giorno 6

Ore 11:25

La colonna sonora è uguale in ogni pullman di ogni paese del mondo:un sottofondo che è un misto di rumore di motore e di musica a basso volume (di solito musica anni 80-90) diffusa dalle casse di mediocre qualità del pullman. In più, se si tratta di una navetta che porta all'aeroporto, si aggiungono anche le voci dei passeggeri in lingue diverse. Quest'ultimo è il mio caso. Da circa 10 minuti ho lasciato la stazione T-Centralen, diretto verso l'aeroporto di Skavsta. Ancora poche ore in terra svedese (sicuramente non saranno le ultime, ci tornerò, ne sono più che certo) e alle 13:50 il mio fidato aereo RyanAir mi riporterà a Karlsruhe. Anche questo nuovo viaggio volge al termine. Sono un pò malinconico, lo ammetto. Ho vissuto 6 splendidi giorni qui a Stockholm e mi dispiace andare via. Non che mi dispiaccia tornare in Germania, anzi...! Ma si sa, ogni volta che si parte un pò di te stesso resta nel posto che lasci e, nello stesso tempo, ti porti via qualcos altro. Questo, come ogni altro viaggio che ho fatto, mi ha dato tanto e me lo porterò dentro per sempre. Devo un enorme GRAZIE ad Andrea. Raramente ho incontrato amici così ospitali e disponibili. So che sei impegnatissimo fino a dicembre, Andrea, ma sappi che la mia porta è sempre aperta. Ed è aperta anche per tutti voi che mi seguite su questo blog, piccolo specchio della mia piccola grande vita...


Ore 16:05

Just landed! Il volo RyanAir numero 1628 è atterrato in perfetto orario. Sono in coda per uscire dall'aereo. Welcome back in Deutschland!

Diario di viaggio - Giorno 5

Ore 13:30

Era ovvio che, dopo una nottata del genere, la sveglia dovesse essere necessariamente ad ora tarda. Adesso, mentre scrivo, sono ancora nel letto, un pò rintontito e con un bel dolorino al ginocchio (causa: una botta presa sulla scala mobile della metropolitana mentre facevo il cretino...cosa volete farci, è nella mia natura!). Ma sono quegli acciacchi che ti porti dietro con un sorriso, quasi come un originale souvenir di questo indimenticabile viaggio...e rivedo una carrellata di volti, ad ognuno è associato un ricordo...ed ecco Roberto, simpaticissimo colombiano con il sorriso sempre stampato in faccia..e Bolognino, che a fine serata ha agganciato una overtrentenne...e rivedo quel ragazzo spagnolo che è entrato in un cinema in pieno centro di Stockholm, è andato verso il bancone dei popcorn e senza pagare se n'è infilati un chilo nelle tasche...rivedo Andrea (che all'estero è un nome femminile), un angelo che è sceso sulla terra ed ha assunto le sembianze di una ragazza svedese..tutte queste persone, insieme a tante e tante altre, per uno strano gioco del destino hanno incrociato anche solo per pochi minuti la mia strada, e chissà se ci rivedremo mai più!


Ore 20:42

Questa domenica è passata senza che me ne accorgessi. Mi è servita per ricaricare le batterie. Intanto le ore passano e l'ora della mia partenza si avvicina. Tra qualche minuto si va a cenare da Daniela, da Salerno con furore...!

domenica 26 ottobre 2008

Diario di viaggio - Giorno 4

Ore 14:38



Mentre aspetto che i tortellini siano pronti (il sughetto di pancetta e panna l'ho già preparato), ripenso un pò ai paesaggi che ho visto poco fa. Io ed Andrea abbiamo passeggiato per diverse ore nei dintorni del suo campus. Una zona incantevole: boschi, laghi, natura incontaminata, ragazze che fanno jogging, prati sconfinati, casette tipicamente svedesi...l'ideale per rimettersi in pace con il mondo, qualora ne avessi bisogno (adesso no, sono più che in pace).
Passeggiando per quelle stradine sterrate Andrea mi raccontava di quando, l'anno scorso, è stato insieme ad altri amici nel nord della Svezia, sul circolo polare artico, dove d'inverno tutto è bianco, dove ci si muove con le moto da neve e con le slitte trainate dai cani, e dove si può vedere la magica, divina aurora boreale. Prometto a me stesso che lo farò anch'io un viaggetto del genere. Li adoro questi maledetti paesi del nord europa, non posso farci niente. Come anche, cascasse il mondo, un giorno riuscirò ad andarci, in Islanda...È pronto, si mangia. A dopo.


Ore 19:00

Stasera si prevede una notte senza fine. Si va all'Ambassadeur. È una delle discoteche più esclusive di Stockholm. Non che io vada pazzo per le discoteche. Anzi spesso non le sopporto. Ma stasera farò un'eccezione. Mi hanno detto che ne vale la pena...


Ore 4:45

In realtà adesso sarebbero le 5:45 ma mentre eravamo all'Ambassadeur è scattata l'ora solare, quindi..un'ora in più da vivere in questa assurda notte. Si perché non trovo nessun altro aggettivo per descrivere la nottata che è appena passata. Stanotte, lo dico senza esitare, ho visto le ragazze più belle che mi sia mai capitato di vedere. E ne ho viste tante, troppe. Qua ce l'hanno nel dna la bellezza, non c'è niente da fare. Parlavo con un amico qualche giorno prima di partire, e mi diceva che in Svezia rischi di uscirne pazzo. Gli dò ragione dopo questa notte. A dir poco divertente il modo di procurarsi da bere SENZA PAGARE degli amici della comitiva di Andrea (che in questi giorni è diventata un pò anche la mia comitiva):si punta un bicchiere o una bottiglia lasciata incustodita per un attimo su un tavolino o su un bancone, si aspetta il momento giusto e ZZAC, il drink è tuo! Mi hanno detto che una sera si sono completamente ubriacati conquesto metodo...mitici!Beh, ora è meglio mettersi a dormire, sono praticamente le 6 del mattino...

sabato 25 ottobre 2008

Diario di viaggio - Giorno 3

Ore 10:35

Davanti ad una sostanziosa colazione a base di latte e cioccolato, pane e marmellata e un kannelbulle (una ciambella alla cannella, dolce tipico svedese) mi appresto ad iniziare il mio terzo giorno nella città capitale della Svezia. Ieri è stata una giornata intensa ma perfetta, credo di aver camminato per almeno 20 km, oggi sicuramente camminerò di meno ma vedrò Stockholm sotto un'altra luce. Il cielo infatti è grigio e nuvoloso, e un vento freddo soffia senza interruzioni. Non so perché ma sento che anche con le nuvole questa città è splendida allo stesso modo di ieri. Ora finisco di prepararmi. Tra qualche minuto, zaino in spalla, si parte ad esplorare nuovi angoli di questa città bella e silenziosa.


Ore 14:00

Andrea mi ha appena inviato un sms:"Mi sono stancato, oggi stacco prima, ti raggiungo in centro tra un pò". Lo aspetterò seduto su una di queste panchine in cemento con vista su Sergel Torg, una grande piazza piena di negozi e centri commerciali. È venerdì pomeriggio e in giro c'è tantissima gente che fa shopping. Stockholm è una città molto ricca, come tutta la Svezia tra l'altro. In questi giorni osservando la gente intorno a me ho notato un particolare non trascurabile: in giro per le strade si vedono tantissime coppie molto giovani con figlio al seguito, spesso anche più di uno per coppia. È una nazione con un altissimo tasso di natalità. E mi sembra anche logico. Con delle mogli così...
Anche oggi ho camminato abbastanza, andando a scovarmi angolini nascosti della città, spesso fuori dai circuiti turistici...mi piace uscire dai vialoni pieni di negozi per turisti ed infilarmi invece nelle stradine frequentate da poca gente...e mi è capitato ad esempio, poco fa, di entrare in una chiesetta dove un duo pianoforte-voce suonava musica in svedese (o almeno credo fosse svedese!).
Ok, Andrea mi ha fatto uno squillo, significa che tra circa 10 minuti sarà qui. Intanto lo aspetto continuando a guardare la gente intorno a me...mamma mia che roba! ;-)


Ore 20:21

Seduto sul divano in camera di Andrea mi rilasso un pò. Questo pomeriggio, dopo esserci incontrati in centro (oltre ad Andrea c'era anche Luca, il bologna!), siamo andati a mangiare hamburger e patatine in un fast food e poi abbiamo continuato a vagare per le strade del centro pullulanti di gente. Stasera, dopo cena, andremo in giro per Stockholm by night. Inizio ad innamorarmi di questo posto.

venerdì 24 ottobre 2008

Diario di viaggio - Giorno 2

Ore 9:38

So che tutti speravano che ieri Andrea non venisse a prendermi...bah, magari un pò lo speravo anch'io!!! Ovviamente scherzo, anche perchè senza di lui davvero non so cosa avrei fatto!Sono in metropolitana e 2 minuti fa Andrea è andato via in università, ci resterà per tutto il giorno per lavorare sulla tesi. Io sono pronto per la mia prima giornata in giro per Stoccolma. Sono euforico. La metro è arrivata alla mia fermata. Scendo.


Ore 12:00
Sto camminando da più di due ore, è mezzogiorno in punto e qui in Svezia il sole non è in posizione verticale sulla mia testa ma si mantiene di poco alto sull'orizzonte. Le giornate durano ancora abbastanza da poter godere di un numero sufficiente di ore di luce. E oggi di luce ce n'è in abbondanza, la giornata è splendida, non c'è mezza nuvola in cielo. Mi hanno detto che era parecchio che qui non si vedeva un tempo così. Quando si dice il culo. Ora sono seduto su una panchina e di fronte a me il mare, freddo e un pò increspato, separa Gamla Stan, l'isola sulla quale mi trovo, da Skepps-Holmen, un'altra delle 14 isole sulle quali Stockholm si estende. Il mare è dappertutto, te lo trovi dietro ogni angolo, freddo ma pulitissimo nonostante navi e traghetti lo attraversino in continuazione. C'è un uomo dai lineamenti asiatici che, in piedi accanto a me, sta lanciando tanti pezzetti di pane ai gabbiani. Mentre li guardo volare leggeri faccio qualche foto, poi mi alzo e riprendo a camminare.
Ore 16:12
Le mie gambe stanno pulsando come quelle di Pantani dopo la scalata del Mortirolo (adesso alzi la mano chi di voi ha letto Mortiloro...ok, potete abbassarla grazie!). Non so per quanti km ho camminato, ma so per certo che l'ho fatto per quattro ore quasi ininterrottamente. E non sono ancora stanco. È rilassante passeggiare in questa città, ed è ancora più bello farlo senza una meta precisa, senza cartine o guide turistiche. Vai dove ti porta il cuore. O lo stomaco. E così eccomi ad entrare in un McDonald's e divorare in 30 secondi un cheeseburger, oppure seduto sui gradini di uno dei tanti porticcioli che costellano la città a fare foto mentre il vento tagliente mi gela la faccia (è vero che c'è il sole ma sono pur sempre in Svezia!). Ma i momenti più intensi li ho vissuti camminando lungo l'isola di Sodermalm, una delle più grandi di Stockholm. Lungo il percorso infatti ho notato in lontananza un grosso edificio interamente costruito con mattoni rossi e con un'altissima torre, quasi sicuramente in passato era una fabbrica. Decido di avvicinarmi e noto che parecchia gente si sta avviando nella mia stessa direzione. Molti ragazzi e ragazze. Arrivo davanti al grosso cancello (aperto) di questo edificio e leggo "Riddarfjardsskolan Balettskolan". Decido di entrare. Dopo pochi secondi inizio a capire in che posto sono entrato: "Balettskolan", anche per chi non spiaccica una mezza parola di svedese, sta per Scuola di danza. E' stato il mio primo, vero impatto, con la componente femminile svedese. Un mare di capelli biondi e di occhi azzurri mi ha assalito. Poi non ricordo più niente. Ricordo solo che sono svenuto e che mi sono risvegliato in un posto che si chiama "C.P.I.R.D.T.S.C.D.S.C.D.V.D.T.R.S." cioè Clinica Per Il Recupero Di Turisti Stranieri Colpiti Da Shock Da Visione Di Troppe Ragazze Svedesi. Dopo una breve convalescenza mi hanno dimesso.
Ora sono seduto sui gradini esterni di una grande chiesa, anch'essa in mattoni rossi. Avevo bisogno di sedermi un pò, e sono entrato. Che pace. Che silenzio. Seduto in uno degli ultimi banchi mi son rilassato e solo dopo qualche minuto ho intravisto, vicino all'altare, una piccola bara bianca, pronta probabilmente per un funerale. Cazzo, la vita...
Ore 18:20
Sono appena rientrato dal mio lungo giro in città. Sono steso sul letto della camera di Andrea, stremato. Dopo quella chiesa ho visto ancora tante e tante cose, ma sono troppo stanco per scriverne. Mi sto addormentando. Chiudo gli occhi.

giovedì 23 ottobre 2008

Diario di viaggio

E' che ancora non ci credo. Per questo sorrido come un deficiente. Però mi sa tanto che è vero. Gli indizi sono tanti: l'aria fresca e secca, gli infiniti boschi di betulle che circondano la strada che ora sto percorrendo intervallati da grandi prati dove dei cavalli pascolano liberamente, le case rosse con i bordi bianchi e i tetti spioventi, le circa 700 SEK nel mio portafogli, le tre biondine sedute nei posti accanto al mio. Si, mi sa tanto che in Svezia ci sono arrivato davvero. Una prova concreta l'avevo già avuta prima, mentre ero in aereo. Non so quanto ho dormito, so solo che mi sono svegliato di colpo a causa di un forte mal d'orecchi, l'aereo infatti era già in fase di atterraggio e il cambio di pressione mi stava facendo esplodere i timpani. Strano, ho preso l'aereo decine di volte e non mi era mai successo...ma mi è bastato guardare fuori dal finestrino per dimenticarmi in un attimo del dolore: il Mar Baltico era sotto di me e si infilava nella terraferma creando migliaia di isolette, ognuna con i suoi alberelli rigogliosi, e ancor più dentro bucherellando i boschi con centinaia di laghi e laghetti. Surreale. Adesso manca ancora un'ora prima che questo pullman, partito dall'aeroporto di Skavsta, arrivi a destinazione e mi lasci nel centro di Stockholm. Là ci sarà Andrea ad aspettarmi, o forse è meglio dire: ''Là ci sarà Andrea ad aspettarmi?!?''. Ma si, al massimo chiedo ospitalità a qualche svedese...!

mercoledì 22 ottobre 2008

Il biondo nord Europa.

Domani mattina parto per la Svezia. Si, la Svezia. La patria delle renne, dell'Ikea e delle svedesi (!!!). Destinazione Stoccolma. Vado a trovare il mitico Andrea, che saluto e che compatisco...poveraccio, dovrà sopportarmi per ben 5 giorni!

Torno lunedì prossimo, spero di avere tante cose da raccontare al mio ritorno.

Vorrei solo sottolineare che, in pieno stile MARCELLO, ho pagato il biglietto di andata e ritorno soltanto 4 euro (QUATTRO EURO), un euro per l'andata e 3 per il ritorno. Per la serie: "La crisi c'è ma, per una volta, non si sente!".

Saluti a tutti. A presto!

domenica 19 ottobre 2008

Il fumatore di musica




Volare. Volare con la mente, o volare per davvero. Qual'è poi la differenza? In fondo noi siamo fatti per la maggior parte di pensiero, quindi volare con la mente vuol dire in fin dei conti volare per davvero.

Volare sulle luci soffuse dell'alba, o sul suono dell'acqua che, dopo la pioggia, cade goccia a goccia dalle foglie degli alberi, o volare sulle ali leggere e vellutate della musica. Già, la musica. Il dono che qualcuno, da lassù, ci ha fatto per dirci che non tutto è perduto, che non è vero che la vita è solo tristezza e dolore, che su questa terra c'è ancora posto per la bellezza, per il sorriso, per la Vita. E' il più gran mistero. Come sia possibile che da una corda che vibra, da un misto di UNO e di ZERO, da una pernacchia soffiata in un tubo di ottone, dal battito di un bastoncino di legno su un pezzo di pelle, dall'aria che passa attraverso mucose e pezzi di carne venga fuori un insieme così talmente perfetto di tempo e note, non lo capirò mai e nessuno potrà mai farlo. Proprio in questa impossibilità di comprenderne il perchè sta la bellezza della musica. Suonare un pianoforte, far vibrare le proprie corde vocali o semplicemente ascoltare la musica prodotta da qualcun altro, e non sapere in quale punto dell'universo è scritta la legge per cui tutto ciò può esistere: è o non è questo un mistero per il quale vale la pena di non pensare, per un attimo, alle cose che ogni giorno di schiacciano, ci sovrastano, ci annientano, ci tolgono la voglia di guardare il blu del cielo e ci obbligano invece a fissare la punta delle nostre scarpe?

E allora spengo la luce, chiudo per qualche minuto la mia porta sul mondo e chiudo anche gli occhi. Ma apro le orecchie, che uso come occhi. La vedo la musica, la guardo passarmi accanto, girarmi attorno, fermarsi ad osservarmi mentre la osservo. Posso vederla solo se ho davvero chiuso gli occhi, se la mia mente è sgombra da qualsiasi altro pensiero che, di solito, è irrimandabile e vitale ma che in questi attimi è inutile. E le sue onde mi cullano, il suo calore mi scalda e la sua brezza mi rinfresca. Volo. E dopo qualche minuto torno sulla terra, rigenerato.
A volte mi sento un "fumatore di musica". Mi capita spesso, durante la giornata, di provare una necessità incombente, una voglia forte e irresistibile. E allora tiro fuori dalla tasca il mio ormai fido e inseparabile cellulare tuttofare (che ha le stessa forma e le stesse dimensioni di un pacchetto di sigarette), metto le cuffie nelle mie orecchie così come il fumatore infila tra le labbra la sigaretta e "mi accendo una canzone", che ha all'incirca la stessa durata di una fumata. Aspiro le note con avidità, mi dà fastidio se qualcuno mi disturba durante questi piccoli istanti di piacere. E alla fine, quando sono arrivato al mozzicone, mi resta addosso il sapore e l'odore, e mi resta dentro qualcosa di ogni canzone che ho ascoltato. Un pò come le sigarette, solo che con quelle l'unica cosa che ti resta dentro è la merda nei polmoni...
Ci sono canzoni che fanno parte del mio DNA. Canzoni che risvegliano in me immagini luminose, o dark, o ambientate in luoghi affollati, o desolati, ricordi di pasta e ceci, di nonno, di velocità, di sconforto, di neve. Me lo ricordo ancora, nevicava quella sera di tanti anni fa, come mai aveva nevicato prima nella mia Squinzano. Io, dalla finestra della mia camera, guardavo i fiocchi scendere dal cielo nero della notte e nello stereo c'era "Bijou" dei Queen (che è la canzone che stai ascoltando in questo momento se hai avuto l'accortezza di premere PLAY all'inizio!). Musica dall'anima che va a fondersi con la realtà, amplificandola.
Faccio finta di essere una persona colta, radical-chic e dai gusti raffinati e chiudo con una citazione. Di Friedrich Nietzsche per l'esattezza:
"Senza musica, la vita sarebbe un errore."

giovedì 16 ottobre 2008

- Un ragazzo brasiliano:"Da noi PEPERONI vuol dire SALAME". - Io:"E come si dice PEPERONI?". - Lui:"PEPERONI!". - Io:"Ah..ok!"

Stamattina mi sono svegliato con la pioggia e con le voci vivaci delle donne delle pulizie che, due volte a settimana, puliscono il mio piano. Anche stanotte ho sognato tanto, ma non ricordo minimamente cosa. Mi piacciono le notti piene di sogni, puoi incontrare tanta gente, parlare con persone che magari non vedi da tanto tempo, visitare luoghi sconosciuti o, meglio, inesistenti...
Ora sono al lavoro sul mio piano di studi. Le lezioni iniziano il prossimo lunedì e c'è ancora parecchio da fare. Orari da controllare, professori da contattare (meno male che c'è l'inglese, santa persona chi l'ha inventato), numero di crediti da far combaciare...ma ci siamo, ci vorrà ancora un bel pò di smanettamento ma ci siamo! In più il corso di lingua tedesca procede bene, anche se, lo ammetto, potrei applicarmi un pò di più...colpa della TROPPA ORGANIZZAZIONE di questo posto, c'è sempre qualcosa da fare ed è da scemi tirarsi indietro!!

E' una bella città Karlsruhe. Mi piace il colore giallorossoarancione dei milioni di foglie che, ora che è autunno, inondano le sue strade e i suoi marciapiedi. Ogni volta che ci cammino penso sempre che, sotto tutte quelle foglie, potrebbe nascondersi qualsiasi cosa...ma per ora non mi è ancora capitato di pestare con i piedi nessun "regalo sgradito"! Mi piacciono le biciclette che qui sono più usate delle auto. "Possibile" rifletto tra me e me "che a Squinzano per fare 500 metri ed andare a comprare il pane io debba prendere la macchina, mentre qua faccio tranquillamente 3 - 4 km con due buste stracariche di spesa nel cestino della mia bici?". Inspiegabile. Non mi piace invece il fatto che la birra costi troppo poco. Perchè questo significa solo una cosa. Che mi vogliono morto. :-D

Buona giornata a tutti voi.

lunedì 13 ottobre 2008

- PAUSE -










[voglio che prima di inizare a leggere tu faccia partire questo video. è la musica che ho in testa mentre scrivo.]
Sono le 16:38 di questo nuovo lunedì di questa nuova settimana che, in punta di piedi, va ad aggiungersi alle altre già passate. Incredibile come passi il tempo, non mi sembra vero di essere qui già da 3 settimane. Eppure, al contrario, mi sembra nello stesso tempo di essere qui da sempre. Assurdo.
In questo momento sono seduto, davanti a me un libro aperto, una matita ed un dizionario. Sono in aula, a lezione di tedesco. O meglio, ERO a lezione di tedesco fino ad un attimo fa perchè adesso sono sospeso in una specie di dimensione senza spazio e tempo. Il tempo si è bloccato per qualche minuto, ho premuto PAUSE e quindi posso pensare-dire-scrivere tutto quello che voglio mentre le cose e le persone intorno a me restano ferme, immobili e immutabili. Quando avrò finito, premerò di nuovo PLAY e tutto ripartirà da dove l'avevo lasciato. Mi alzo e inizio a camminare tra i banchi di questa stanza. La professoressa ha un gesso in mano e sta scrivendo sulla lavagna delle parole che per me, man mano che i giorni passano, iniziano ad avere un senso. Guardo in faccia uno ad uno tutti gli altri ragazzi che, come me, sono in quest'aula per cercare di imparare qualcosa di questa lingua spigolosa ma anche morbida, latina ma anche nordica, complessa ma decifrabile. C'è Leticia dal Brasile, Angela Sun Bo da Singapore, Andreea dalla Romania, e poi altri e altre da Bulgaria, Malaysia, Spagna, Cina, Belgio, India...e siamo tutti qua, ognuno con la sua personalissima vita, con le sue idee, le sue più strane usanze e convinzioni. E penso a me, alla strada che ho percorso fino ad arrivare qua, le scelte che ho fatto, i NO e i SI che ho detto, quelli che non ho detto e quelli che avrei voluto dire. E rivedo tutta la gente che in tutti questi anni, camminando per la sua strada, anche solo per un secondo ha incrociato la mia, lasciandomi qualcosa di sè e prendendo qualcosa di me. Che fantastica storia è la vita. In questo momento non riesco davvero a capire chi dice che la vita è fatica, è dolore, è tristezza. Come si fa a non sorridere davanti a ciò che la vita ci regala? Senza pagare niente poi...che in questo periodo di crisi non è una cosa da poco! Basta solo allungare la mano, alzarsi un attimo dalla comoda poltrona che ha ormai assunto la forma precisa del nostro sedere ma che inesorabilmente si trasforma pian piano in una vorace sabbia mobile, e raccogliere i frutti che il mondo ci dona. Il mondo è talmente pieno di gusto che è da sciocchi non assaporarlo.
Paolo. Stanotte ho sognato Paolo. Mi viene in mente soltanto ora che è pomeriggio. Non ricordo esattamente che tipo di sogno fosse, ma son sicuro di averlo visto stanotte, di aver parlato con lui, chissà cosa ci siamo detti...(Paolo è un amico che oggi non c'è più, se n'è andato ormai più di 4 anni fa...e ogni tanto ci ripenso, e ho tanti rimorsi...). Sorrido di nuovo. Grazie, Pà. E grazie anche a te nonna Lucia! Ieri ti ho telefonato dopo un mese che non ci sentivamo, ed è sempre una gioia sentirti quando mi saluti con "Ciao ciao la nonna ciao ciao ciao la nonna tua...!". Grazie a te, pianoforte. Non ti suono da tanto, mi manchi! Grazie alla nebbia di Karlsruhe che, l'altra notte, mi ha fatto partire un brivido lungo la schiena. Grazie al professor Curti che l'altro giorno ha risposto alla mia mail iniziando con "Caro Marcello" e grazie al professor Pugno che, l'anno scorso, è stato il mio incubo per parecchie notti. Grazie al camion dei pompieri con il quale, da bambino, sognavo di salvare il mondo. Grazie a Federico che l'altra sera mi ha riaccompagnato in camera perchè non ricordavo dove fosse....non so dove mi sta portando questo flusso di coscienza, anche perchè se lo sapessi non sarebbe un flusso di coscienza...ma cosa c'è di più bello del partire senza sapere come e dove si arriverà...? In fondo non è forse questa la vita? Molti la vedono come un CAMPO CONSERVATIVO (scusate per la citazione ingegneristica...a volte mi ricordo che sono un ingegnere e sorrido anche per quello...!) in cui gli unici punti notevoli sono la partenza (la nascita) e l'arrivo (la morte). Per me non è così. La vita per me è tutto quello che c'è in mezzo. E allora ho voglia di riempirla, questa vita, di fare quante più cose è possibile, di visitare tutto il mondo, di conoscere ogni uomo su questo pianeta, di imparare anche ciò che è diverso da me, perchè io non sono Super Mario: io ho solo una vita a disposizione.

Per oggi va bene così. Torno a sedermi al mio posto, riprendo la mia matita in mano (grazie anche alla matita, che mi dà la possibilità di fare ciò che nella vita non è possibile: CANCELLARE e RISCRIVERE) e premo PLAY. Il tempo riparte, e io sorrido pensando che potrò fermarlo ancora, tutte le volte che vorrò.

martedì 7 ottobre 2008

LE FOTO DELLA SETTIMANA! Anche da Karlsruhe!!!

Dopo tanto tempo ho deciso di tornare alle vecchie abitudini. Per quanto riguarda GiroDiBasso ovviamente. E allora eccoci qua con una nuova puntata di "Le foto della settimana" che in questo caso potrebbero essere le foto del mese....e ne ho un bel pò da farvi vedere! E' scontato sottolineare che tutte le foto che vedrete sono state scattate qui, in terra Germanica, dove la birra si beve a litri dai rubinetti del bagno, dove se usi l'ombrello mentre piove ti guardano strano, dove il bidet non esiste (ridi Giovà ridi....!), dove UDITE UDITE tutti si salutano dicendo CIAO...si, avete capito bene, il saluto italianissimo CIAO è molto di moda in Germania e lo usano TUTTI!

Beh, partiamo con le foto và!


FOTO 1 - Come ottenere un Porsche Cayenne partendo da un deodorante per ascelle

E' proprio vero che i tedeschi sono avanti. Guardate un pò che cacchio di gioco ci hanno fatto fare in giro per la città. Siamo stati divisi in gruppi e ad ogni gruppo è stato dato un oggetto, al mio è toccato un deodorante. L'obiettivo del gioco era fermare la gente per strada e chiedere di scambiare quell'oggetto con qualcos'altro che il malcapitato aveva in tasca o nella borsa o nello zaino. E così è partita una serie ASSURDA di scambi, del tipo: il deodorante è stato scambiato con un accendino, l'accendino con UN KIWI (lo scambio è documentato nella foto affianco. Ebbene si Giovanni, quella ragazza è bionda, è tedesca e non si fa...la frase puoi continuarla da solo!), poi il kiwi con un cd di musica turca (!!), il cd con UN CALZINO USATO ( proprio così, una ragazza si è tolta una scarpa, si è tolto il calzino e ME L'HA DATO SENZA PROBLEMI!!!), il calzino usato con una cintura da donna, la cintura con un libro di cultura francese....eccetera eccetera.


Ho visto un gruppo che è riuscito a farsi dare da un signore il sellino della sua bicicletta....ogni commento è superfluo (nei confronti del signore con la bicicletta, ovvio!). Mi hanno raccontato che il signore in questione si sia allontanato pedalando e sorridendo......


FOTO 2 - La colazione tedesca. Ovvero come ubriacarsi alle 11 del mattino.



....e questa qui affianco, signore e signori, è la famigerata COLAZIONE TEDESCA: WeissWurst (che significa WURSTEL BIANCO), Brezel (una specie di tarallo fatto di pane), una crema che non mi ricordo come cazzarola si chiama, comunque dal sapore agro-dolce (in definitiva fa cagare...) e ovviamente da bere tanta cara amata bionda BIRRA.


Ho provato questa colazione alle 11 del mattino. Ho fatto il bis. Anche di birra. Emotions...


FOTO 3 - Come Willy Wonka e gli Umpa Lumpa


Proprio come nel film "La fabbrica di Cioccolato", in cui i bambini sognano di visitare la fabbrica di Willy Wonka che produce milioni di kg di cioccolata, così mi son sentito quando mi son trovato questa scena davanti agli occhi. Si, avete capito bene, quelle che vedete sono casse di birra. E sono piene. Ma dico vi rendete conto? C'è il fabbisogno annuale di birra della Cambogia e del Kirgiskistan messi insieme in questa foto! Numeri da far accapponare la pelle...




FOTO 4 - Prese per la gola



Eh già, il fascino italiano parte dalla cucina. Non c'è niente da fare, quando nomini la parola SPAGHETTI davanti ad una ragazza straniera, quella ti cade tra le braccia (per la fame...?). E se poi ne cucini un kilo, allora di ragazze tra le braccia te ne cadono 5 (4 son cadute per intossicazione alimentare, la quinta è caduta per solidarietà verso le altre). Italian fashion.





FOTO 5 - Una presa per...i fondelli?!?!


Chiudiamo con la STRANEZZA DELLA SETTIMANA. Eravamo in una grande sala a mangiare tutti insieme (era la mattina della colazione tedesca!) e ad un tratto, alzando lo sguardo verso il soffito, ho visto qualcosa "fuori posto". Guardate bene anche voi nella foto, in alto: E' UNA PRESA ELETTRICA!!! Mi spiegate a cosa COREA serve una presa elettrica a 4 metri di altezza???
Con questo interessantissimo quesito finisce qui questa ennesima puntata de Le foto della settimana.
Alla prossima. Fatevi sentire. A presto.