sabato 27 giugno 2009

The show can't go on

Stanotte è successo qualcosa di surreale. Non credo di poter descrivere chiaramente quello che ho provato, ma non era la prima volta che mi succedeva...ricordo che già anni fa, quando era morto Marco Pantani, avevo avuto a che fare con sensazioni simili. Ma stanotte è stato ancora più strano, più intenso.
Ho appreso la notizia che Michael Jackson era morto (o meglio, inizialmente era solo un'indiscrezione online, un RUMOUR come si dice in gergo..) mentre mi preparavo per partire per Vienna. In questo momento, mentre scrivo, sono in viaggio verso Monaco, poi da lì andrò in Austria. Adoro scrivere mentre viaggio, mi aiuta a rilassarmi e a concentrarmi nello stesso tempo. E infatti in questo momento sto ripensando a quel turbine di emozioni che mi ha assalito ieri notte mentre sul canale della CNN campeggiava in primo piano un laconico "MICHAEL JACKSON HAS DIED". Impossibile. Non può essere vero. È una trovata pubblicitaria, pensavo, un'altra delle sue stranezze. Semplicemente non può essere morto perché IO HO IL SUO BIGLIETTO, TRA 3 SETTIMANE VADO A VEDERE IL SUO CONCERTO A LONDRA. È un must, non puoi farmi questo Michael, abbiamo un appuntamento, non puoi mancare. È scritto qui, sul biglietto che mesi fa ho sudato per riuscire a comprare:SABATO 18 LUGLIO, ORE 18:30, O2 ARENA LONDON. Ho il mio posto numerato, settore BK 410, posti 612-613 per il mio appuntamento con la leggenda. Probabilmente sarà il concerto più spettacolare che io abbia mai visto, qualcosa che ricorderò per il resto dei miei giorni. Come quando ho visto i Pink Floyd, o i Queen (ok, senza Freddie..). Leggenda. E se sei una leggenda non puoi morire. E invece si, sei morto davvero, hai fatto qualcosa che non ritenevo possibile. Morire prima di un concerto. Mai nella mia vita di concertofilo (e di concerti, credetemi, ne ho visti davvero tanti) era successo che l'artista che dovevo andare a vedere dal vivo se ne andasse così..per me un concerto è qualcosa di sacro, qualcosa che indelebilmente si stampa nel mio DNA nel momento stesso in cui acquisto il biglietto. Pensavo fosse imprescindibilmente indipendente dalla realtà, un'irreale esplosione di emozioni che per due ore ti scollega dal mondo.Pensavo davvero che THE SHOW MUST GO ON, qualunque cosa succeda. E invece no, the show can't go on. La realtà è più forte e, alla fine, vince sempre. E allora niente più, mi porterò per sempre dentro questo vuoto, questo concerto mancato, e mai potrò immaginare cosa realmente sarebbe accaduto in quell'arena a Londra.
Addio Michael. È stato bello averti quasi incontrato.

martedì 23 giugno 2009

Domande senza risposte

Continuo a ripensare a quella ragazza, per terra, accerchiata da persone disperate che cercano inutilmente di farla restare in vita. Ha gli occhi sbarrati, sta esalando gli ultimi respiri, poi tutto d'un tratto le vengono fuori rivoli di sangue dal naso e dalla bocca. Se n'è andata. Aveva 16 anni. Si chiamava Neda ed era iraniana. Le hanno sparato al cuore durante le proteste a Teheran contro il governo di Ahmadinejad.
Potete vedere la sua "morte in diretta" su youtube, vi basta scrivere NEDA TEHERAN. Se volete rovinarvi la serata vi invito a guardarlo.

Ora, non voglio spettacolarizzare assolutamente niente, nè speculare, come in tanti stanno facendo, sulla morte di questa povera crista. Voglio solo buttare giù un pensiero, in maniera tristemente sconsolata, con la coda tra le gambe...e semplicemente chiedermi (e chiedervi): Cosa siamo noi? Perchè succede questo? Ce la meritiamo noi la libertà che abbiamo? Ma poi, siamo davvero liberi? Perchè uccidere? Non dovrebbe fermarsi l'universo ogni volta che una persona viene uccisa? E la vita? Cos'è la vita? Vale la pena morire per qualcosa? E vale la pena vivere per qualcosa?

Pensieri... Scusate se vi ho rovinato la serata.